Nome in codice Hélène by Ariel Lawhon

Nome in codice Hélène by Ariel Lawhon

autore:Ariel Lawhon [Lawhon, Ariel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2023-10-06T12:00:00+00:00


ALTOPIANO DI CHAUDES-AIGUES, CANTAL, FRANCIA

5 giugno 1944

Messaggio speciale per Hélène. Anselm recapitato a Montluçon questa mattina. Prelevare immediatamente.

Ricevo il messaggio da Denis Rake, lo leggo, poi glielo sventolo davanti alla faccia. «Cosa cazzo dovrei farci con questo?»

Lui è seduto davanti a me nel pullman. «Be’, a quanto pare, Duckie, devi alzare il tuo culo smunto da...»

«...io non sono smunta...»

«...lo sei, invece. Hai perso almeno sei chili da quando sei qui. Ma non è questo il punto. Devi andare a prendere Anselm.»

«E come faccio a sapere dov’è?»

Lui scuote la testa, esasperato. «Non sai leggere? È a Montluçon.»

«E Montluçon è la zona di Maurice Southgate. Doveva venire a prenderci alla zona di lancio, ricordi? Ah, già. Tu eri a Bourges a spassartela col tuo amante.»

«Non ero a Bourges» fa lui puntandomi un dito in faccia.

Malgrado i punzecchiamenti, Denis ha mantenuto segreto il nome del suo amante e la sua posizione. E giustamente: probabilmente sparerebbero a vista su entrambi se li trovassero insieme.

«Quel che voglio dire è che Maurice Southgate avrebbe dovuto darmi l’indirizzo e la parola d’ordine del suo contatto a Montluçon la notte in cui siamo arrivati. E invece ho trovato Tardivat. Senza quell’informazione sarà quasi impossibile recuperare Anselm.»

Denis posa i piedi sul ceppo, appoggia la testa allo schienale del sedile, e riflette per un istante. «Non hai un nome per questo contatto?»

«Madame Renard, e so che un tempo era la domestica di un ambasciatore a Parigi. So anche che fa delle ottime torte, ma questo non mi è di grande aiuto, visto che non so da che parte cominciare a cercarla.»

«Non è del tutto vero. Basta andare a Mont...» fa lui, e si precipita fuori dalla porta per evitare lo stivale che gli ho tirato in testa. «...luçon, lo so» proseguo io. «Trovare una donna che potrebbe vivere ovunque, e una volta che l’ho trovata, convincerla a consegnarmi Anselm senza una parola d’ordine. Facilissimo. Come no. Anche se io stessa sparerei a chiunque cercasse di fregarmi in questo modo.»

Penso a Gaspard e a quello che ha fatto a Roger. E Roger aveva la parola d’ordine giusta. Affondo la testa tra le mani, la scuoto. Mi è stato dato un ordine diretto e non posso certo abbandonare in mezzo a un territorio brulicante di tedeschi uno dei migliori istruttori di tiro britannici. Non ho scelta.

«Maledizione» dico mentre cerco il mio zaino sotto un sedile. «Mi tocca andare a cercare un ago in un pagliaio.»

Fournier mi dà la sua macchina migliore e Jacques – uno dei suoi luogotenenti – come autista. Avevo intenzione di andare da sola, ma Hubert ha scartato a priori quest’idea. Sappiamo che le camicie brune stanno cercando il Topo Bianco. Sappiamo che hanno collegato il topo in questione a Madame Andrée. Hubert sostiene che una “coppia sposata” apparirà meno sospetta di una donna che guida da sola in territorio occupato. Il semplice fatto di muoversi in macchina è di per sé un problema. L’accesso a un veicolo ci identifica immediatamente come tedeschi o membri della Resistenza e, a



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